Il territorio di Atzara è caratterizzato dalle colline, in cui i vigneti si alternano ai pascoli ed ai boschi, si apre al visitatore con il verde delle sue campagne e con i colori chiari dei casolari di campagna disseminati un po' ovunque a segnalare l'intenso rapporto con la terra dei suoi abitanti.
L'itinerario proposto nel territorio di Atzara si propone per un aspetto come una visita al centro storico, che presenta notevoli motivi di interesse legati ai tanti elementi architettonici di influenza spagnola che caratterizzano non solo le chiese principali ma anche diverse abitazioni, e per l'altro come un'escursione nelle sue campagne, nei viottoli e nelle strade disseminate tra le vigne che così intensamente connotano il paesaggio di questo borgo prevalentemente agricolo. Il centro storico di Atzara, che purtroppo a causa di interventi di ristrutturazione tuttora in corso ha perso molte delle caratteristiche che lo rendevano unico, conserva tuttavia molti degli elementi stilistici di ispirazione spagnola che lo contraddistinguono. Fra questi esempi è da citare l'antica Casa Parrocchiale, coeva del Palazzo dei Conti di San Martino, che conserva molti degli stilemi del gusto catalano che ha caratterizzato gli edifici del XV e XVI secolo nel centro dell'Isola. Notissime, in quanto riprodotte su numerose pubblicazioni, le finestre con stipiti e timpani in tracheite scolpita, i cui elementi principali sono stati spesso mutati in altre architetture minori.
II nostro itinerario prende perciò il via dalla Pinacoteca Comunale di Arte Moderna e Contemporanea Antonio Ortiz Echagüe sito nella omonima piazza, uno stabile recentemente ristrutturato dall'Amministrazione Comunale ed adibito a pinacoteca.
Sull'altro lato della strada spicca la bel la casa padronale già della famiglia Tolu. degna di nota per la sua architettura vagamente liberty e peri balconi in ferro battuto e gli originali elementi decorativi sul portone di ingresso e sulle finestre.
Si attraversa quindi la strada principale e ci si trova in un'ampia piazza costruita quasi come un anfiteatro dove si affaccia l'antica Chiesa di San Giorgio. Si procede sulla Via San Giorgio e poi sulla Via Su Conte.
Nel cortile, o per meglio dire nel patio, di un'antica casa situata sul lato destro della strada per chi sale, una volta Palazzo dei Conti di San Martino, si può ammirare un interessante pozzo, a base quadrata, sormontato da una cupola rivestita di coloratissime maioliche di produzione locale.
Si prosegue sulla piazza Sant'Antioco dove sorge la bellissima parrocchiale. Legata stilisticamente al periodo della dominazione spagnola la Parrocchiale di Sant'Antioco, è impostata su eleganti archi gotici a tre navate e arricchita nella facciata da un largo rosone finemente ornato. Assai pregevole, la Chiesa, è in stile pisano-aragonese con l'interno gotico. Pregiate le opere di oreficeria. La facciata, tutta in trachite, è di forme sarde (rettangolare e merlata); notevole anche il rosone in stile italiano. I due portali, quello principale e quello laterale, sono impreziositi da due interessanti altorilievi in legno realizzati dall'artista belvieseTonino Loi.
Tutto il viottolo sulla sinistra della Chiesa è un susseguirsi di vecchie case, tipicamente contadine con l'ampio portone di ingresso ed il cortile o loggiato chiuso da poderosi muri di cinta. Di fronte alla Chiesa sorge una vecchia palazzina con una finestra arricchita da un davanzale in trachite vagamente stilizzata e una pietra con elementi decorativi ricavati intorno ad una croce incisa sulla pietra stessa. Si procede verso la via Eleonora e prima di imboccare la strada che dalla periferia del paese ci condurrà verso il sentiero naturalistico per le campagne di Atzara c'è il tempo per ammirare su un'altra interessante abitazione padronale, la casa Muggianu, due notevoli finestre, di stile aragonese. Dalla Via Eleonora si procede in discesa verso sinistra.
A circa 200 metri al primo bivio occorre svoltare a destra.
Possiamo osservare alcuni alberi di noci e di fichi. Dopo altri 60 metri incontriamo un altro bivio a sinistra. Noi ci dirigiamo a destra e dopo altri 180 metri troviamo ancora un bivio. A questo punto imbocchiamo, in località Su Cannitzu, il sentiero a sinistra, che comincia a salire sul fianco della collina. La pendenza è notevole ed il sentiero è stretto tra due muri a secco e qualche rada siepe di fichi d'India. Ai muri a secco, dopo qualche centinaio di metri, si alternano i cespugli di rovi. Il fondo roccioso e la pendenza non consentono un passo sostenuto e ci costringono a camminare con cautela. Il paesaggio comincia a mutare quando incontriamo le prime vigne e tratti di boschi di roverelle e sughere. Dopo aver percorso 500 metri su questo sentiero si incrocia la strada asfaltata che dal paese sale verso la localita Laonisa . Sulla strada asfaltata si svolta a destra per circa 200 metri sino ad incrociare, sulla destra, un altro sentiero che sale repentinamente verso la montagna. Lo imbocchiamo e procediamo sullo sterrato per circa 100 metri fino a che la strada, piegando leggermente a sinistra, non si restringe diventando uno stretto trattura. Procediamo ancora per circa 300 metri fino al punto panoramico nella località Santa Vittoria . Da uno spuntone dì roccia, dove è stata infissa una croce in metallo, possiamo osservare le campagne ed i paesaggi intorno. Leggermente alla nostra destra, il bellissimo panorama di Atzara, con le vigne ed i campi coltivati appena a valle delle abitazioni; un po' più a sinistra, seminascoste dalle alture davanti a noi, le case di Meana Sardo, ancora più a sinistra i boschi di roverella della montagna di Serra Sa Costa. Opposto ad Atzara, in direzione Nord-est, il panorama delle alture di Sorgono e più lontani i monti di Tonara. Nella vallata opposta al paese ancora vigne e campi coltivati separati da filari di pioppi e salici e da qualche siepe.
Dopo il punto panoramico la strada procede non più in salita. Camminiamo per oltre mezzo Km, tra boschi di querce e roverelle, fino ad un bivio. Dobbiamo svoltare a sinistra. Sulla destra un cancello delimita l'accesso ad un fondo privato. A circa 150 metri, sulla sinistra, c'è una fonte, 'Funtana Su Mraghine' appena sotto il profilo della collina, all'ombra di due imponenti castagni. Con attenzione e richiudendo opportunamente il cancello si può naturalmente entrare per bere. Si prosegue, come già detto, a sinistra per un altro mezzo Km. Da questo punto il sentiero diventa decisamente più agevole e tra vigne e boschi di querce fanno capolino anche macchie di noccioli e radi castagni. Incrociamo nuovamente la strada asfaltata che sale dal paese verso Laonisa. La imbocchiamo e procediamo verso sinistra. Dopo circa 300 metri, alla nostra sinistra, proprio sul ciglio della strada, troviamo una bella fontana. 'Sa Funtana 'e Laonisa'. Proseguiamo ancora in leggera discesa e dopo qualche altro centinaio di metri, in corrispondenza di un'altra fontana, 'Sa Funtana 'e Paule', ecco un nuovo bivio.
Noi svoltiamo a destra e proseguiamo verso la Chiesetta di Santa Maria 'e Susu, che si trova 200 metri più avanti, presso l'omonima località. A Santa Maria 'e Susu è dedicata una bellissima festa che coinvolge tutto il paese che si riversa nel sagrato della piccola chiesa per allegre scampagnate e pranzi comunitari. La chiesa è certamente povera nella sua semplice architettura contadina. Il minuscolo sagrato, con una rustica pavimentazione in pietra, è coperto da un loggiato, realizzato successivamente alla struttura della Chiesa. Sull'angolo sinistro opposto al portale, è stato murato un elemento che forse originariamente formava una colonna.
Dalla Chiesetta proseguiamo in leggera salita per circa 350 metri ed al nuovo bivio lasciamo la strada asfaltata, che a sinistra riconduce al paese, e proseguiamo a destra sullo sterrato, verso la località Canale, appena sotto le alture di Ni ‘e Crobu. Proseguiamo per circa un centinaio di metri e ad un nuovo bivio svoltiamo a sinistra verso la località Sa Corona . In zona possiamo rifocillarci nell'area picnic.
La strada prosegue in leggera discesa per altri 400 metri circa, fino ad un bivio. Proseguiamo a sinistra più o meno per altri 250 metri. Il sentiero adesso volge decisamente in discesa ed è stretto tra due muriccioli a secco.
Dal terreno affiorano rocce di granito rossastro. Una folta vegetazione ci consente di camminare all' ombra. Dopo circa mezzo chilometro di questo suggestivo tratto di sentiero incrociamo un impluvio in località Sa Corona.
Attraversiamo l'impluvio e procediamo sulla sinistra, verso il paese. Dopo circa 450 metri, sulla nostra destra incrociamo il sentiero che conduce alla Chiesa campestre di San Giacomo il Maggiore, che sorge la dove una volta esisteva il villaggio di Spasulè, una ricca borgata tra Sorgono ed Atzara. Il villaggio venne abbandonato a cominciare dai primi decenni del 1600, forse in seguito ad una pestilenza o all'avvelenamento dell'acqua delle sue fonti, e gli abitanti si stabilirono a Tonara ed in particolare nel rione di Arasulè. Alcune famiglie, però, come quella dei Cadeddu, si trasferirono ad Atzara.
I territori già appartenenti a Spasulè furono oggetto di una lunga contesa anche legale tra i Comuni di Tonara da una parte e quelli di Sorgono, Atzara e Samugheo dall'altra. La Chiesa dell'antico villaggio, che si trova attualmente nel territorio di Sorgono, è dedicata a San Giacomo l'Apostolo il Maggiore la cui devozione è di chiara origine spagnola. Del villaggio di Spasulè rimane oggi soltanto qualche brandello di muro diroccato, nascosto tra i rovi. La Chiesa invece è stata ricostruita, tra l'altro in maniera molto accurata, dal Comune di Sorgono.
Una piacevole variante al sentiero proposto può essere proprio una visita alla chiesetta che dista dal nostro bivio non più di un chilometro e mezzo. Proseguiamo dritti verso il paese e dopo quasi un Km incrociamo nuovamente la strada asfaltata che dal paese sale ancora verso la panoramica località Laonisa. Noi svoltiamo a destra e dopo circa 300 metri raggiungiamo, dopo aver percorso ormai più di 7 Km, la periferia del paese. Sulla sinistra, appena prima delle case un monolite di granito, che vagamente richiama le sculture dell' isola di Pasqua, attira la nostra attenzione. Ancora qualche centinaio di metri e raggiungiamo nuovamente il centro del paese.